Dal Mattino edizione Avellino dell’1 dicembre 2015
«Ad un mese dalla scadenza ultima, ritengo che senza un intervento mirato della giunta regionale le amministrazioni comunali siano a rischio default e si vedranno definanziare i progetti a valere sull’accelerazione della spesa». A lanciare nuovamente l’allarme è Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura del consiglio regionale della Campania. La questione è nota. Al 31 dicembre, e quindi tra un mese esatto, i beneficiari di risorse europee inserite nel programma della cosiddetta accelerazione della spesa dovranno aver concluso le opere, chiusa la rendicontazione e liquidati i relativi importi: una corsa contro il tempo che, considerati i vari passaggi burocratici ed amministrativi previsti dalla Regione Campania, rischia di essere infruttuosa. In queste ore la giunta regionale sta provando ad individuare una soluzione che venga incontro alle esigenze delle amministrazioni comunali. Allo stato, però, la scadenza resta quella di fine anno.
Presidente Petracca, qual è il quadro in merito all’accelerazione della spesa?
«Registro quotidianamente le difficoltà dei sindaci, degli amministratori locali, in riferimento ai progetti dell’accelerazione della spesa. Hanno ragione, la loro è una legittima preoccupazione. Il definanziamento in moltissimi casi è sinonimo di default per i Comuni. Non vorrei che si stesse sottovalutando il problema. Devo dire che la questione risale nel tempo e credo nasca per un vizio originario. Tutto il programma dell’accelerazione della spesa ad opera della precedente amministrazione regionale non è riuscito a confermarsi tale. In molti casi, infatti, si sono registrati tempi biblici, anche otto mesi, per liquidare gli stati di avanzamento. Per un programma che si chiama accelerazione della spesa è paradossale ed inaccettabile».
Lei ha sollecitato più volte l’individuazione di misure che potessero venire incontro alle esigenze dei Comuni. Quali dal suo punto di vista i rimedi possibili?
«Sostanzialmente due. Il primo è il trascinamento dei progetti dalla vecchia alla nuova programmazione. Questa operazione consentirebbe di spostare i termini di qualche mese, arrivando alla prossima primavera. Sarebbe una boccata d’ossigeno non da poco. Tecnicamente credo si possa fare. La seconda opzione è relativa allo spostamento dei progetti dai fondi europei a quelli nazionali del Piano di Azione e Coesione, laddove ve ne sia la compatibilità. Altre strade sinceramente non ne vedo. Ma deve essere la giunta regionale a muoversi in tal senso e deve farlo subito».
La giunta regionale ha immaginato un primo strumento per velocizzare gli iter attraverso l’eliminazione di un passaggio, quello presso l’Autorità di Gestione. E’ servito a qualcosa?
«Con quella delibera la giunta regionale ha dimostrato quantomeno buona volontà, ma non è sufficiente. Si salta un passaggio e si dà alle singole Unità Operative maggiore autonomia. Ma finora si è creata comunque confusione. Ogni unità operativa ha deciso regole e modalità proprie. La risposta, insomma, non è stata adeguata al problema che, ribadisco, è molto serio».
Il Comune di Avellino fa storia a sé. Anche in città sono molte le opere che dovrebbero essere concluse entro il 31 dicembre. Ma per nessun cantiere sarà rispettata questa scadenza. Come se ne esce?
«I progetti che oggi il Comune di Avellino sta portando avanti non senza difficoltà non sono inseriti nel programma dell’accelerazione della spesa. Questo non vuol dire che la situazione è più semplice. Per quelli di importo superiore ai cinque milioni di euro l’ancora di salvataggio è rappresentata dalla loro evoluzione in progetti sponda. In assoluto la via d’uscita è legata al cosiddetto fondo di compensazione che il Comune potrà utilizzare per rifinanziare i progetti in corso. Certo, si tratta di risorse che se fossero state rispettate le scadenze potevano essere utilizzate per altre finalità, ma non mi pare ci siano altre strade percorribili».