Cgs, Petracca: necessario riordino Asi

Cgs, Petracca: necessario riordino Asi

Sulla vertenza Cgs l’intervista rilasciata al Mattino pubblicata oggi

tavolo cgs

«Nella vertenza Cgs non c’èalcuna questione politica aperta. E’ preferibile sgombrare il campo da quest’ombra che qualcuno si ostina a voler lanciare sulla vicenda. E’ quantomeno singolare la circostanza che chi è stato nominato dalla politica a guidare l’Asi continui a rilasciare dichiarazioni contro la politica come se avesse vinto un concorso per occupare il ruolo che occupa.  Ad ogni modo, il futuro del Cgs passa a mio avviso per il riordino delle Asi in Campania. Solo un provvedimento legislativo può ridare slancio ai consorzi, arricchirli di nuove funzioni e quindi metterli in una condizione di autonomia gestionale e finanziaria».  E’ questa la posizione espressa dal consigliere regionale Maurizio Petracca, unico esponente politico presente al tavolo convocato ieri mattina in Prefettura.

Consigliere Petracca, che idea si è fatto della vertenza Cgs?

«E’ una questione che conosco bene da ex componente del direttivo Asi. Credo che il problema sia legato da un lato al taglio, o meglio all’azzeramento, dei trasferimenti statali e dall’altro alla rinegoziazione della convenzione con l’Asi per l’erogazione dei servizi. Queste due condizioni hanno determinato l’attuale situazione di difficoltà. Che allo stato, va chiarito, non tocca i livelli occupazionali e nemmeno le spettanze».

Come se ne esce?

«Nell’immediato attraverso una proroga del concordato. L’auspicio è che si possa realizzare questa condizione. Perché  ci sarebbero i tempi necessari a dare vita ad una riforma strutturale che consentirebbe all’Asi e quindi al Cgs di ritornare in una condizione di tranquillità. Va detto in premessa, infatti, che il Cgs svolge un ruolo di primo piano sul fronte della depurazione e più in generale rispetto ad una serie di servizi che hanno a che fare con il sistema industriale provinciale. Insomma, tenere in vita il Cgs significa tenere in vita l’Asi».

In più casi si è fatto riferimento ad una serie di progetti contenuti in un protocollo d’intesa tra Regione Campania e Asi siglato nel dicembre 2014. Lei crede che quest’accordo può essere funzionale ad un rilancio dell’Asi?

«Si tratta di una leggenda. Meglio chiarirla ed in via definitiva. Il riferimento è ad una delibera regionale approvata in epoca Caldoro. Cosa si dice in questo provvedimento? Che esiste una serie di progetti relativi al riammodernamento infrastrutturale delle aree Asi. Progetti he sono considerati ammissibili a finanziamento. In soldoni, non c’è copertura finanziaria. Siamo alle dichiarazioni d’intenti, nulla di più. Oggi c’è una nuova programmazione sui fondi europei, gli amministratori dell’Asi lavorino per portare avanti queste progettualità e fare in modo che vengano finanziate. Va, però, detto con forza che questi progetti non influiscono per niente sulla vertenza Cgs. Voglio dire che pure se quelle opere fossero state finanziate non ci sarebbe stato alcun effetto in positivo sulla vertenza di cui oggi discutiamo».

Il sindacato ha proposto di dare vita ad un piano che consentirebbe ai lavoratori del Cgs di essere assunti dall’Asi. E’ una strada perseguibile a suo avviso?

«Mi sento di sconsigliarla. Siamo in una fase regolamentata da un concordato. Non sarebbe giustificabile proprio in questo momento delicato dare vita a questa operazione. Tra l’altro oggi l’Asi ha difficoltà per pagare gli stipendi ai propri dipendenti, figuriamoci se può integrare gli attuali livelli occupazionali. Per il futuro, a riforma approvata, si vedrà».

Eppure, una riforma delle Asi campane è stata già approvata nella scorsa legislatura regionale. Perché a suo avviso bisogna mettere mano ad un nuovo iter legislativo?

«Perché è evidente come quella legge non sia stata pensata e cucita addosso alle esigenze dei territori. Ed è, tra l’altro, il frutto di una mediazione, direi al ribasso, tra posizioni diverse ed antitetiche.  Oggi serve una nuova legge, alla quale stiamo lavorando, che riempia le Asi di nuovi contenuti ed associ a queste nuove funzioni risorse adeguate perché le Asi possano essere economicamente autonome e realtà come il Cgs diventare una risorsa e non una zavorra».

 

 

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